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Quando Ioreth entra nella locanda, dopo aver adempiuto alle sue mansioni mattutine e dopo la ricognizione, cerca un posto dove andarsi a sedere per leggere la corrispondenza giunta da sud quella mattina. Erano mesi che non riceveva notizie ed espressioni di allerta e preoccupazione, ne corrugavano la fronte. Dopo aver ordinato una bevanda calda a seguito del clima rigido del nord al quale non è per nulla abituata, si accinge a leggere le righe di quel messaggio.
Gli occhi corrono veloci sulle parole vergate dai Raminghi dell'Ithilien rimasti come sentinelle al seguito di Sire Faramir. A preoccupare Ioreth non è il semplice messaggio, la la quantità di dispacci giunti
"Che strano, hanno tutte date diverse... perchè mi arrivano solo ora?"
Pronuncia quel pensiero ad alta voce, ignara di chi possa ascoltarla o averla sentita.
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Aranarth entra nella locanda, il mantello color verde bosco macchiato di terra, un vecchio trucco dei raminghi per mimetizzarsi, ne copre il corpo. Si guarda in giro e subito si avvicina ad Ioreth con il passo felpato tipico della sua gente. All'udire i pensieri espressi a voce dalla sua compagna, di rimando a voce bassa in modo che solo lei posso udirlo, risponde
<<forse il nemico sta cercando di intercettare le nostre missive, questo ha rallentato il loro arrivo mantenendone la sicurezza. Oppure hanno voluto farcele arrivare solo ora per qualche loro scopo.>>
Quando lei alza lo sguardo su di lui, Aranarth si toglie il cappuccio e la saluta
<<salve Ioreth.>>
E si siede accanto a lei per esaminare meglio le missive, se concesso.
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Non s'avvede subito di Aranarth sebbene la locanda non sia così affollata. Probabilmente assorta nei suoi pensieri più del dovuto si volta distrattamente verso di lui. Lo sguardo sale fino ad incontrar eil suo volto gioviale al quale dona un sorriso, anche se davvero poco rassicurante
"Salve a te Aranarth."
Ci rimugina sulle sue parole e scuote la testa
"Dubito che sia come dici, sia nell'uno e nell'altro scopo. Come vedi le date sono tutte diverse nel tempo."
Le mostra indicando varie date che risalgono al 10° anno della IV era
"Sono solo comunicazioni di servizio, cose che il Capitano Anarion aveva chiesto di farmi giungere e la via delle comunicazioni è sempre ben sorvegliata."
Spiega senza paura
"sui confini specialmente e i nemici non usano quelle strade, sanno che siamo vigili e attenti"
scuote la testa impensierita ritornando sulle carte.
"Io invece penso che dovremmo fare una piccola ricognizione proprio sul confine: bisognerebbe radunare gli Aradan e capire chi di loro vuole unirsi"
deglutisce
"Questo confonderebbe il nemico, ma non lo fermerebbe: hanno spie con loro e spie alate come Saruman insegnò ai corvi!"
arriva il locandiere con la bevanda calda a base di erbe agrumate. LA gondoriana ringrazia e paga, ma la caraffa grande è sufficiente per ben più di una tazza per tanto ne offre una all'amico
"Che notizie mi porti: come stanno i nostri?"
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Prendendo la tazza fumante offertagli da Ioreth, Aranarth vi soffia sopra e comincia a sorseggiarla
"Le ultime notizie li davano in salute e pronti ad agire ma risalgono a poco dopo il nostro ultimo incontro. Ho viaggiato da solo e sono giunto ora ad Edoras."
Prende un altro sorso caldo di tisana, poi parla di nuovo
"Io sono pronto ad agire ovunque tu o Anarion riteniate più opportuno, naturalmente. Ma dimmi, cosa riguardano questi dispacci e come mai Anarion voleva che li avessi?"
La sua voce non è mai più alta di quanto non serva perché solo Ioreth possa udirlo.
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S'addensa la nebbia di brina ai piedi dai sentieri che dalla ventosa piana sale ad Edoras e quindi l'abbacinante riflesso del sole sul palazzo d'oro, quando, il gondoriano lascia le stalle ove ha offerto cura al suo cavallo dopo forzate marce. Ha seguito Ioreth, sua sorella, ma non con il soffocante sguardo di un fratello sicché la volontà di darle mano ed aiuto. Liberi sono stati i giorni che ha impegnato per muoversi silenzioso e scrutare la zona. È alla locanda diretto ora a cercar proprio lei. Quando si infila nell'edificio porta con sé l'odore dell'erba medica, un mantello ampio a ruota in un pesante tessuto di lana nera, sotto, una leggera fusciacca di pelle veste una tunica anche essa nera. Alla cinta una daghetta a rondelle. Intorno al collo si intravede una gorghiera con l'albero bianco. <Ioreth, serennin> cennando un saluto nell'avvicinarsi e quindi riconoscendo anche il ramingo < mastro Aranarth, non vi vedo dall'ultima disavventura, sono felice di trovarvi in salute> scosta dunque una sedia cercando accomodo. Ha un viso giovane, come se nascondere l'età reale, pregevole dono di Dol Amroth, rada barbetta ed occhi verdi che scrutano il viso crucciato della sorella, sembra intendere di cosa si parla aggiungendo solo <le vie potranno essere sicure, ma gli artifici del nemico li abbiamo ben visto..concordo tuttavia che bisogna riunire gli uomini, convocare gli Aradan, troppo inattivi potremmo dare troppo vantaggio> mormora quindi un'ordine verso l'oste che annuisce.
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"Suvvia Ithilion, meno formale" dice il ramingo rivolgendosi al gondoriano con un sorriso leggero. "Sono lieto anch'io di rivedere te." prende un'altra sorsata della bevanda calda offertagli da Ioreth. I lunghi capelli castani cadono leggermente all'indietro mentre alza la testa per bere. "Vedo bene che sei già d'accordo con me, dobbiamo agire. Ma suggerisco un manipolo di pochi poiché in tanti non sanno ancora muoversi e combattere nelle terre selvagge. L'ultima volta siamo stati fortunati." afferma l'uomo del Nord con sguardo serio.
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Porta la tazza alle labbra e soffia sull'infuso, prima di fare un sorso
"I dispacci sono solo rapporti sulle ricognizioni dei nostri."
Spiega verso Aranarth
"Guarda le date, sono cadenzate in maniera che ogni quindici giorni ne ricevessimo una. Io però a differenza dei nostri nemici, le so leggere."
Un sorriso verso di lui
"Sono ovviamente scritte in codice e nessuno capirebbe se non chi lo ha inventato e sviluppato"
gli fa l'occhiolino. All'arrivo del fratello sembra illuminarsi
"Aspettavo il tuo arrivo Ithilion, in effetti sai bene aiutarmi a ragionare. Ti prego... guarda queste missive con me e dimmi se noti qualcosa di strano."
Ci sono circa una ventina di lettere e dispacci sul tavolo. Le date sono davvero cadenzate a circa 15 giorni di distanza l'una dall'altra.
Le date sono riportate sul frontespizio del dispaccio. Ci sono anche i luoghi da cui provengono e sono tutti indicati con i punti cardinali.
30 aprile 10° anno q.e
17 maggio 10° anno q.e
31 maggio 10° anno q.e
14 giugno 10° anno q.e
29 giugno 10° anno q.e
10 luglio 10° anno q.e
22 luglio 10° anno q.e
31 luglio 10° anno q.e
12 agosto 10° anno q.e
27 agosto 10° anno q.e
6 settembre 10° anno q.e
30 settembre 10° anno q.e
25 ottobre 10° anno q.e
10 novembre 10° anno q.e
25 novembre 10° anno q.e
20 dicembre 10° anno q.e
8 gennaio 11° anno q.e
Lo sguardo di Ioreth scruta quello dei due Aradan presenti e ne cerca risposte.
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